Come nasce ADA

ADA è una sperimentazione sul rapporto Arte/Architettura. L'Arte astratta dopo una metamorfosi può generare l'architettura. Ora in questo sito sono stati inclusi anche altri realizzazioni del gruppo con progetti che riguardano altre sperimentazioni.

"ADA nasce dall'incontro tra Arte e Architettura, mondo digitale e tradizionale"

ARIA: ARt Informaric Architecture

L'aria: leggera, insostituibile e vitale. Per il primo acronimo assegnato alla ricerca abbiamo pensato non solo alle sue intrinseche qualità, ma anche ad una vera sintesi del nostro programma di ricerca progettuale.

L'arte astratta del secolo scorso attraverso una metamorfosi tridimensionale ed informatica diventa architettura e assumendo un linguaggio definito si inserisce in un contesto naturale tentando e, a volte riuscendo, ad ottenere una mimetizzazione materica e cromatica. I blocchi cromatici e bidimensionali assumono la terza dimensione, diventano volumi e quindi fluttuano nel cupo universo informatico che si illumina tuttavia attraverso la luce dei programmi che rubano realtà alla realtà.

Le masse si propongono attraverso molteplici possibilità di lettura, a volte evolvendosi per eccesso di possibilità di astrazione diventano prismi tecnologicamente complessi.

nome progetto

Esposizione ARIA: Miart 2003,Milano.

nome progetto

W,Kandiskij,"Im blau" 1925
Trasposizione in opera architettonica

La prima mostra si svolse alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino dal giugno all'ottobre del 1999, e riguardò il rapporto fra Arte&Architettura ed i Linguaggi formali. Si era trattato di una ricerca svolta mediante la realizzazione di progetti di concorso miranti all'ampliamento del Padiglione di Mies Van der Rohe a Barcellona. Dal 1999/2000 ad oggi si è cercato di fondere le due diverse analisi effettuate nella prima mostra, richiedendo singolarmente agli studenti di analizzare un'opera d'arte astratta, di coglierne i significati e le valenze sottese e di reinterpretarla, tridimensionsionalizzandola in una residenza unifamigliare in un luogo prescelto: le "Calanques de Maubois", situate fra Cannes e S. Raphael e negli anni successivi su un terreno in pendenza situato sulla collina di Nizza.

"Si studia la produzione artistica dell'artista di riferimento, le opere coeve e le potenzialità formali intrinseche che già attendevano da tempo un'elevazione tridimensionale.
La scelta dell'autore architettonico e del suo linguaggio compositivo scaturiva proprio dalle potenzialità possedute dall'opera."




nome progetto

Valentin Kurdov "hanging Lamp" 1926/1927
Trasposizione in opera architettonica

La trasposizione doveva seguire il linguaggio architettonico di un autore scelto in accordo con la docenza. Si è trattato ancora, di un tema inserito in una località europea, così da spingere l'allievo a pensare e a progettare in questa nuova realtà. Prima di procedere alla progettazione si è creato un collegamento con il comune di S. Raphael e quindi con quello di Nizza. Gli allievi hanno assunto l'opera astratta, scelta autonomamente come pianta per le coperture di una residenza unifamiliare.


Hanno studiato la produzione artistica dell'artista di riferimento, le opere coeve e le potenzialità formali intrinseche che già attendevano da tempo un'elevazione tridimensionale. La scelta dell'autore architettonico e del suo linguaggio compositivo scaturiva proprio dalle potenzialità possedute dall'opera. In ciascuno degli anni di vita di questo Laboratorio sono state proiettate e commentate innumerevoli immagini di residenze unifamiliari d'autore ed a ciò è seguita una fase denominata "lettura compositiva" che prevedeva un'immediata restituzione attraverso schizzi a mano libera . Questo ha portato gli allievi ad intuire quasi simultaneamente, i linguaggi, a partire da un segno astratto. Segno inteso come sintesi estrema degli assunti distributivi ed espressivi dell'autore.

In aggiunta all'obiettivo primario: la creazione di un ponte fra l'Arte, i linguaggi architettonici della Storia dell'Architettura moderna e contemporanea ed il Progetto si è ancor più sottolineato l'apporto ormai insostituibile dell'Informatica. Si è creando, parallelamente al Laboratorio di Progettazione e fruendo dell'esperienza accumulata negli anni precedenti, un altro supporto didattico denominato Architettura & Informatica. Qui sono stati insegnati i principali programmi informatici adottati negli studi d'architettura.
Le verifiche, le sperimentazioni bidimensionali e soprattutto tridimensionali hanno creato nuove possibilità per le Avanguardie Architettoniche. Alcune ricerche hanno forse già aperto una finestra sul futuro dell'Architettura, le opere di Frank Gehry, di Tom Mayne, di Greg Lynn e molti altri architetti non sarebbero state possibili.

Il programma così enunciato potrebbe sembrare troppo complesso per degli allievi del 1° anno della Facoltà di Architettura, ma ora alla luce dei risultati confortanti bisogna ammettere che così non è stato.

Tutti gli allievi che singolarmente hanno già sostenuto l'esame di Laboratorio hanno certamente compreso le richieste della docenza e la necessità di raffinare fin da subito le proprie conoscenze artistiche, architettoniche e informatiche in modo che esse costituiscano la base della loro cultura architettonica.


Questo ponte che il Laboratorio ha voluto creare con il mondo artistico ha permesso agli allievi di riscoprire (talvolta scoprire) le opere delle più emblematiche figure dell'Arte Figurativa. Analizzando le produzioni degli artisti, usandole e rielaborandole gli studenti hanno rifatto un percorso con loro per poi tradurlo in un'architettura che apparteneva, a poco a poco, ad una propria sensibilità progettuale.

Ed è questo l'obbiettivo finale: incanalare lo studente in una libera scelta autonoma della tematica artistica ma rigida nei suoi contenuti formali per poi fargli scoprire il possibile valore della propria proposta.


Si è sempre ricercata la collaborazione e il dibattito con gli studenti e come una sorta di riedizione dei principi della Bauhaus. In questa ricerca applicata ad un tradizionale Laboratorio di Progettazione Architettonica si è creata una sorta di comunità di cinquanta studenti che a vario titolo ha collaborato a questa ricerca ad alcuni articoli e ha realizzato mostre a Torino, a Milano, alla Biennale di Architettura del 2002 a Venezia, a Budapest, a S. Pietroburgo, a Mosca, a Parigi e a Los Angeles.


"Riscoprire le opere delle più emblematiche figure dell'Arte Figurativa. Analizzando le produzioni degli artisti, usandole e rielaborandole gli studenti hanno rifatto un percorso con loro per poi tradurlo in un'architettura che apparteneva, a poco a poco, ad una propria sensibilità progettuale."





nome progetto

ilya grigorievich chashnik, suprematist composition 1920
Trasposizione in opera architettonica

"giungere quindi, quasi ad una sorta di emulazione e/o ad una possibile identificazione con il progettista, per poi abbandonare la protettiva e utile "crisalide formale" iniziale così da trovare negli anni successivi e nella piena maturità progettuale una propria via, un proprio lessico architettonico.."






nome progetto

Manifesto esposizione ARIA,smau 2002,
Milano.

In questa parte dell'esercitazione essi avrebbero dovuto interpretare il tema del Laboratorio seguendo la logica distributiva, formale ed espressiva di un grande autore dell'architettura Contemporanea, scelto nella più piena ed autonoma libertà. Gli studenti ne avrebbero analizzato tutte le opere, compreso i significati sottesi, tradotti in un alfabeto formale e quindi, come se fossero stati parte integrante dell'atelier progettuale dell'autore, li avrebbero proposti nel loro progetto, risolvendone le tematiche distributive, compositive e strutturali.

Sarebbero giunti, quindi, quasi ad una sorta di emulazione e/o ad una possibile identificazione con il progettista, per poi abbandonare la protettiva e utile "crisalide formale" iniziale così da trovare negli anni successivi e nella piena maturità progettuale una propria via, un proprio lessico architettonico.



Questa sorta di tutor doveva essere mentalmente presente in ognuno degli allievi nelle varie fasi del progetto, quasi un'ancora di salvezza espressiva e compositiva. Essi chiaramente avrebbero seguito una logica manieristica, che era però solo un punto di partenza.

Si trattava di un percorso di "lettura" e di traduzione del Linguaggio analogo al Neorazionalismo mutuato da Richard Mejer (e dai Five Architects) nei confronti di Le Corbusier. Lettura, analisi, adozione, proposta che poi con la sedimentazione temporale diventano un personale linguaggio formale, fonte di autonoma sperimentazione, insomma: una propria e personale architettura.

Tutto ciò è stato creato per permettere agli studenti di conoscere a fondo almeno uno o più linguaggi architettonici attraverso analisi, studi, parallelismi e confronti. Una sorta di possibile ponte fra la l'Arte, la Progettazione e la Storia dell'architettura.


Particolare cura è stata posta in tutti i casi proposti nella verifica dell'area con una visita sui luoghi del progetto, l'analisi diretta dei materiali esistenti, della natura e dei cromatismi da rispettare. Le aree scelte sono in due contesti naturale, uno è collocato nell'Esterel e l'altro sulla collina di Nizza.

Queste non vogliono essere solo delle proposte per queste aree che vivono del resto della propria "architettura naturale" ma una sperimentazione progettuale in una località mediterranea a bassa o nulla densità edilizia e con un forte valore paesaggistico e naturale. Una tematica questa molto presente anche lungo le coste italiane e su cui si è ritenuto importante riflettere assieme agli allievi.

ADA: Art Digital Architecture

nome progetto

Esposizione ADA,
Sala delle colonne 2003,Torino.

La ricerca è sintetizzata dal titolo del catalogo "Metamorphoses": rappresenta chiaramente il cambiamento e la metamorfosi non solo degli acronimi che la rappresentano, ma anche delle modalità secondo cui si svolge la mutazione. La linea principale rimane immutata: la trasformazione di un'opera d'arte in architettura, ma cambiano le tipologie architettoniche e urbanistiche. Prima la metamorfosi produceva residenze unifamiliari ora sono state compiute anche su architetture museali.

AMA: Art Music Architecture

L'interesse suscitato dalla ricerca nei visitatori all'esposizione al Padiglione Italiano della Biennale di Architettura di Venezia del 2002 e del 2004 ci ha spinto a continuare l'approfondimento della tematica. Per noi e per tutti i collaboratori/studenti del gruppo ADA Art/Digital/Architecture è stata molto importante la considerazione della critica e della stampa. Da allora la mostra è stata esposta in molte sedi ed ora si sentiva la necessità, l'urgenza di un ulteriore approfondimento di una nuova sperimentazione. E' nata così AMA: Art-Music-Architecture: la metamorfosi dell'opera astratta in architettura attraverso i filmati realizzati si esplicita più chiaramente e lo fa sotto l'influsso diretto delle note degli autori più vicini alle istanze artistiche dei maestri suprematisti. E' un dialogo costruttivo fra il quadro, l'opera di riferimento, la musica e l'architettura che raccoglie e finalizza tridimensionalmente tutte le ricerche e i parallelismi.

nome progetto

Trasposizione in opera architettonica, Rodchenko.
Proiezione durante il concerto AMA,
2007,Torino.